Non esiste una formula magica per avere successo, ma di sicuro ci sono alcuni ingredienti fondamentali per costruire e guidare l’impresa del futuro come il coraggio e l’audacia: il coraggio di prendere decisioni importanti e l’audacia di pensare in grande.
Non si tratta semplicemente di immaginare, bensì di usare un nuovo modello di progettualità, che miri a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi mettendo al centro i progetti e accantonando quelle logiche individualistiche, che spesso hanno guidato le scelte della classe imprenditoriale del nostro Paese. Per riuscirci, prima di tutto, dobbiamo liberarci dalla paura del cambiamento.
Paura del cambiamento? No, grazie
Se avessimo avuto paura del cambiamento, oggi Impresoft Group non esisterebbe. E se avessimo seguito i trend della globalizzazione, tagliando i costi e rinunciando ad investire, oggi il gruppo non sarebbe così solido e non avrebbe ottenuto risultati così importanti.
Con Impresoft Group abbiamo allargato i nostri orizzonti, prima ancora che il numero di aziende che oggi ne fanno parte. Abbiamo immaginato da subito l’idea di un gruppo italiano e iniziato un processo di costruzione con un livello di ambizione più elevato, sviluppando un percorso industriale a lungo termine. Tutte queste operazioni sono state guidate da un approccio diverso: quello di mettere sempre al centro i progetti, secondo un modello che favorisca la coesione e la condivisione degli obiettivi.
Questo ha voluto dire, e vuol dire tuttora, affrontare mille cambiamenti quotidiani, riorganizzarsi e non stare mai fermi. Abbiamo un team composto da persone competenti e preparate che ogni giorno mi aiutano nel costruire un gruppo fondato su valori importanti, sulla velocità di risposta al mercato, su progetti complessi e sempre più aderenti alle richieste dei nostri clienti, sulla capacità di innovare e di percorrere strade nuove.
Il coraggio di fare sistema. Insieme
Mettere i progetti al centro è la nostra occasione di rilancio. Possiamo coglierla, tutti insieme, facendo sistema e rinunciando a plasmare aziende a nostra immagine e somiglianza per costruire qualcosa che duri nel tempo e che cresca insieme alle future generazioni.
Ce la possiamo fare, perché se vogliamo, noi italiani siamo i numeri uno. Dobbiamo avere il coraggio di superare le nostre divisioni e imparare a fare sistema per diventare una squadra vincente.
Come non pensare al Team di Luna Rossa che ha recentemente trionfato nella Prada Cup, battendo nella rada di Auckland prima gli americani di American Magic e poi i britannici di Ineos e portando dopo 21 anni un’imbarcazione italiana, o meglio, una squadra italiana, alla finale dell’America’s Cup, che corrisponde ad una sfida al massimo livello sia sul piano organizzativo che ovviamente su quello tecnologico, prima ancora di rappresentare il massimo di una competizione sportiva.
La dimostrazione pratica che noi italiani, quando siamo capaci di far sistema, riusciamo a dimostrare al mondo, e a noi stessi, qualcosa di meglio rispetto ai classici e odiosi stereotipi.
Lo stesso dobbiamo fare noi imprenditori nelle nostre aziende, come peraltro spesso facciamo, valorizzando i nostri team, riconoscendo il giusto valore delle nostre persone, affinché il nostro esempio sia sempre di insegnamento per creare una squadra vincente!
La vera disruption è in una nuova offerta
Oltre al coraggio e all’audacia, l’impresa del futuro ha bisogno di competenze. È su queste che dobbiamo puntare per tornare ad essere altamente competitivi.
Perché, come ho appena detto, noi italiani siamo già grandi. Lo siamo da sempre in molti settori come la moda e il design e possiamo esserlo in molti altri campi, compresi quelli che riguardano le nuove tecnologie, unendo all’innovazione l’originale creatività, proprio come solo noi sappiamo fare.
Non dobbiamo mai dimenticarci che la vera disruption non è nelle innovazioni tecnologiche in quanto tali, ma nella capacità di costruire un’offerta sempre in linea con le esigenze dei clienti. Ovvero applicare alle innovazioni tecnologiche le nostre competenze per sviluppare strumenti e soluzioni, che siano in grado di risolvere concretamente i problemi che dobbiamo risolvere.
La sfida è quella di ascoltare il proprio mercato. Nel settore IT, ad esempio, non possiamo limitarci a inseguire l’idea di implementare progetti basati su ERP internazionali quando, invece, possiamo sviluppare soluzioni su misura per valorizzare davvero il lavoro delle nostre PMI e superare i limiti imposti dagli stessi ERP, spesso rigidi e poco aderenti alle realtà organizzative delle nostre imprese.
Non dimentichiamoci che il tessuto imprenditoriale italiano è prevalentemente costituito da piccole e medie imprese. Dobbiamo rispettare le loro capacità d’investimento e diventare i partner che li accompagnano giorno per giorno nella crescita delle loro aziende, più che semplici fornitori.
Oggi i clienti hanno sempre più bisogno di interlocutori unici, soggetti solidi e affidabili che li affianchino nel loro processo di crescita, e pertanto dobbiamo superare noi stessi e i nostri limiti, soprattutto quelli di stampo culturale che ci imprigionano in modelli organizzativi, di business e relazionali appartenenti al passato.
Le soluzioni innovative devono abbracciare la totalità di un’azienda, in tutti i suoi processi e in tutte le sue chiavi competitive. Questo è lo spirito concreto con cui abbiamo creato UniQa, una soluzione al servizio dello sviluppo del business e delle imprese, che vogliano raggiungere il successo o che, ancor più difficile, vogliano aumentare la loro già importante competitività.
Sono convinto che l’audacia di pensare in grande e prendere decisioni importanti, unito al coraggio di fare sistema, permetteranno dopo questo terribile periodo di emergenza sanitaria, di tornare a crescere, correre e fare la differenza, anche a livello internazionale.
Come diceva Goethe: “Qualunque cosa tu possa fare o sognare di fare, incominciala! L’audacia ha in sé genio, potere e magia”.